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A 100 anni dalla nascita, il 24 Settembre 2022, ci ritroviamo per riflettere insieme su quello che Angelo Donelli, educatore, psichiatra e padre ci ha lasciato come insegnamento.

L’evento di Commemorazione dei 100 anni dalla sua nascita si terrà a Milano, nella zona dove ha vissuto per tanti decenni.

24 Settembre 2022, 10:30-!8:00

Cineteatro La Creta – Via dell’Allodola 5 – Milano

La giornata sarà occasione di incontro e confronto fra gli amici, la famiglia, i colleghi e tutti coloro che hanno incrociato Angelo o la sua storia lungo la loro strada.

L’evento si aprirà la mattina con un momento di riflessione con celebrazione eucaristica, seguito da un pomeriggio di incontri, interventi e discussioni.

La giornata sarà anche l’occasione per presentare estratti del Film “Né Ombra, né Luce” sulla storia e lo spirito del “Marchiondi”, l’Istituto a cui Angelo Donelli per anni si è dedicato, guidandone la missione educativa.

Soprattutto, l’evento sarà l’occasione per pensare al futuro ed a quali iniziative si potranno portare avanti, traendo spunto da un insegnamento ed una vita esemplari

La giornata sarà accompagnata da momenti di ristoro, un pranzo leggero e un brindisi conclusivo.

Siete pregati di iscrivervi e confermare la partecipazione cliccando sul pulsante qui sotto:

Consulta e scarica il programma completo dell’Evento

Sono passati esattamente dieci anni, oggi, dalla scomparsa di mio padre, il dott. Angelo Donelli.
Il mondo è ovviamente andato avanti, siamo cambiati noi, alcune persone molto care ci hanno lasciato ed i figli sono diventati grandi. Mia mamma, la sua compagna di vita cper così tanti anni, ha superato tante vicende ma, come accade per chiunque, paga il prezzo dell’età, ormai molto avanzata.
Dopo i primi tempi, come è logico, i post sul blog lui dedicato si sono rarefatti, poi fermati.
Tutte le cose che sono accadute nel frattempo (basti pensare all’ultimo anno e mezzo di pandemia…) hanno cambiato profondamente le nostre vite, i nostri modi di sentire, di pensare e di agire e anche le nostre prospettive sul futuro.


La morte azzera tutto ciò che possiamo vedere e toccare, non c’è dubbio. E così è stato anche questa volta.
Anche io, adesso, non vorrei fare un post solo commemorativo o sentimentale. Il tempo che è passato, l’azzeramento che è avvenuto ed il cambiamento che abbiamo attraversato hanno fatto superare questa fase ai nostri occhi ed ai nostri cuori. Non sento più il bisogno di commemorazione o di pietà.

D’altra parte tutto questo tempo, questa trasformazione e, sì, diciamolo, anche l’azzeramento e l’oblio, ci hanno forse resi più liberi, più lucidi. Più capaci di vedere ciò che è rimasto, nel fondo dell’essere. Ciò che ci è utile nel presente e nel futuro e non solo ciò che è stato.
Attraverso questa prospettiva, forse, diventa interessante, bello e fruttuoso condividere qualche pensiero, nel decennale della morte. E provare a capire che cosa è rimasto. Cosa, soprattutto, di ciò che hai fatto, detto o pensato ci è utile oggi, per cambiare e migliorare le nostre vite?

Le cose non capitano mai per caso. Esattamente una settimana fa io, i miei fratelli ed Edda Tioli abbiamo fatto un bellissimo incontro con i ragazzi dell’Istituto Galilei – R. Luxembourg che, incredibile a dirsi, stanno facendo un film sull’Istituto Marchiondi!


Quando sono stato contattato, qualche tempo fa, per questo progetto, ho aderito con entusiasmo. Abbiamo recuperato molti filmini fatti dagli anni 50 agli anni 80, molti dei quali al Marchiondi, ed organizzato l’incontro.
Il regista, gli Archivisti, tutto il Team, i professori della scuola ed i ragazzi stanno facendo un lavoro serio e magnifico, di cui sono ansioso di vedere i frutti.

Ebbene, questo incontro, giusto una settimana fa, ha scatenato una serie di riflessioni, pensieri ed emozioni che erano, evidentemente, solo assopiti sotto la cenere.
Certo, il tempo che è passato, come dicevo sopra, rende più facile stare alla giusta distanza e mettere le cose nella giusta prospettiva, pratica e ancorata al presente. Ma questo non toglie nulla alla potenza del messaggio, della vita che scorre in noi prepotente ed al nostro innato bisogno di guardare al futuro.


Sarebbero tanti i contenuti ed i messaggi da scrivere qui, ma mi concentrerò solo su alcuni, prevalentemente ispirati da questa rinnovata luce sulla vicenda del Marchiondi.

  • L’idea e la possibilità di fare Cose Grandi. Oggi, leggere quella vicenda attraverso le lenti del tempo, attraverso le memorie di altri non la rende affatto sbiadita. Anzi, se possibile, la potenza dell’idea emerge attuale, quasi necessaria per affrontare il futuro, che si avvicina così velocemente. Una esperienza, per chi l’ha vissuta – o anche solo sfiorata come me – davvero incredibile, forte, potente.
    Inclusione, aiuto a chi ne ha bisogno, ricerca delle risorse dentro ad ogni persona, aiutare ad affrontare la crescita, il futuro,… sembrano le cose che diciamo oggi, con forza. Le cose che sono al centro del PNRR e di cui abbiamo disperatamente bisogno oggi, nel 2021, come persone, organizzazioni e società. Ma sono anche il modo di descrivere una vicenda di 60 anni fa!
    I miei ricordi, quelli dei miei fratelli e di tutte le persone che hanno vissuto quell’esperienza sono così forti e vivi da reclamare, quasi, uno spazio nel nostro futuro, oltre che nel passato.
  • Un altro aspetto che va sottolineato, a proposito del Marchiondi è la sua fisicità: l’edificio. Le condizioni in cui esso versa oggi sono a dir poco penose, ma la potenza che sprigiona ogni volta che viene evocato, come nel caso del film, è poderosa. Paradossalmente, anzi, quel cemento in rovina è un modo per rendere attuale un progetto fatto di, per e con le persone. Il sogno, il modello e la vita del Marchiondi erano quelli di mio padre ma, senza il cemento, forse, oggi non ne staremmo parlando così tanto. Non posso negare che sento in maniera sempre più pressante il bisogno di fare un altro tentativo: quello di utilizzare quel luogo così “iconico” per la ripartenza del Paese e delle Persone, ossia ciò a cui ho dedicato tutta la mia vita professionale,… ma questa è un’altra storia…
  • Il pensiero, la voglia, la capacità e la necessità di interrogarsi, di capire, di condividere la propria conoscenza sul mondo, sugli esseri umani. In altre parole la necessità di fare Cultura, di creare ed animare un Movimento, sulle cose importanti. I due aspetti, ho capito, vanno molto spesso insieme. La teoria e la pratica, le opere e la scuola, lo studio e l’azione hanno bisogno uno dell’altra.
  • Le opere hanno bisogno di idee, di innovazione, di pensiero. Ma il pensiero ha bisogno della vita, del cemento, del cuore e delle menti del persone. Ma ancora di più occorre uno scopo, un fine al servizio del quale mettere tutte le discipline e le azioni. Oggi lo chiameremmo “Purpose”…
  • Il terzo e più personale insegnamento è quello che viene dalla sua persona e dalla modalità di inscrivere tutte queste cose nell’arco di una vita umana. Anche qui si tratta di tante cose che oggi ci paiono così moderne o nuove: il confine (nel suo caso inesistente, oggi in crisi) tra famiglia e professione, oppure il mettere insieme pensieri raffinati e lavoro manuale, etc. Più in generale, i suoi umani pregi e difetti (entrambi numerosi), che lasciano a me una eredità molto ricca e pesante, e a chiunque lo abbia conosciuto l’idea di avere incontrato personalmente una persona speciale.
  • Ma tutte queste cose non sarebbero nulla senza la più grande e più importante: Aiutare gli altri, specialmente i più bisognosi, in ogni modo, e sopra ogni altra cosa. Questo è ciò che rende tutta questa vicenda così bella, speciale e meritevole di essere ricordata e commemorata. Questo è ciò che ho cercato e cercherò sempre di più applicare nella mia vita. Questo è ciò che cercherò di lasciare ai miei figli ed a tutti quelli che incontrerò su questa strada.


Concludo, con un piccolo ricordo: una volta, mio padre era in ospedale, mi disse che stava leggendo un libro di Don Mazzolari e che questo lo aveva illuminato su una verità che stava davanti ai suoi occhi, senza che lui l’avesse davvero compresa prima:

“Chi ha poca carità vede pochi poveri: chi ha molta carità vede molti poveri”.


Forse, alla fine, questa piccola frase racchiude tutto il senso di ciò che volevo dire e commemorare oggi: il senso di una vita spesa per i “poveri”, la capacità di vederli anche quando sono nascosti nell’animo di ognuno e quella di concretizzare tutto in opere tangibili, grandi e, alla fine, durature!

Oggi

 

 

 

 

 

 

Un semplice ricordo, nell’anniversario della scomparsa.

photo

Oggi è arrivato un messaggio da un amico che dice:

“il mondo è andato avanti, ma è sicuramente più povero senza di lui”. Io credo che sia vero, ma credo anche che ciò che dobbiamo fare noi è fare in modo che questo spirito, questa luce non muoia ma, anzi, porti nuovi frutti:

“Cosí risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”  Mt 5:16

Marola

Immagini recenti del Seminario Vescovile di Marola (RE)

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Grazie, e Auguri, Papà

Oggi è il tuo compleanno.

Avremmo fatto una bella festa, se quattro mesi fa tu non ci avessi lasciato.

In queste circostanze, credo, si può capire meglio cosa intendiamo per “presenza”.

Anche se non ti possiamo più vedere nè toccare, sei ancora qua.

Con una parola precisa e tagliente per ognuno. Di solito dolorosa e rigettata e solo dopo compresa, messa a frutto.

Sei qua con gli occhi felici ad ammirare i tuoi nipoti.

Forse, soprattuto, sei qua ad incoraggiarci, a dire di andare avanti. Perchè il mondo si può cambiare, anche quando sembra disfarsi.

Passo dopo passo, partendo dalle cose piccole, se hai uno sguardo grande, libero e creativo.

Come tu ci hai insegnato.

Grazie, e Auguri, Papà.

In questo interessante articolo l’Arch. Vittoriano Vigano descrive l’impostazione architetturale dell’edificio, definita in armonia con l’impostazione educativo-pedagogica definita dal dott. Angelo Donelli.

Per leggere o scaricare l’articolo clicca  qui –> Marchiondi_Viganò

Prima di sapere dell’esistenza di questo blog avevo pensato di scrivere una lettera a tutti voi, perché non potrò mai dimenticare il bene che ci ha voluto vostro padre Angelo

Volevo scrivere quanto vostro padre aveva dato e fatto per noi; tutti momenti gratuiti. Ma più ci penso, più mi sento piccola e misera……Perchè ho avuto tanto da Angelo (anche dal resto della famiglia!).

Circa 30 anni fa, con il cuore in mano, Antonio mi voleva far conoscere il Dott. Angelo Donelli, in quanto medico,  giudice e tanto altro; come mi pesava quel’incontro… non dico che tremavo ma ero inquieta e preoccupata !!!

Dopo essermi accomodata in salotto in una casa grandissima abbiamo incontrato il Dott. A. Donelli. Un signore alto, imponente e bellissimo… siccome lui era anche psicologo, capì il mio imbarazzo e, con una battuta (“peccato non so parlare il Cinese ” ) e un bel sorriso (era un sorriso affascinante) ha sciolto il ghiaccio…. e mi ha fatto sentire a mio agio. Io ero un po’ confusa, ma con la gentilissima e dolcissima Anna ( la moglie ) con una accoglienza semplice e generosa …sentii  subito la loro simpatia per me, incondizionata. Oggi, ripensandoci,  interpreto i loro comportamenti come quelli di una coppia con un cuore grande ed un amore per il prossimo illimitata!

Da quando hanno capito che sono solo una modesta pittrice senza nessuno in Italia (tranne mio marito Antonio ) mi hanno accolta come una della famiglia: ci invitavano ad ogni festa di famiglia. Mi hanno voluto tanto bene, come ai loro figli, pur sapendo che non avevo nulla da offrigli …. solo i disturbi ed i problemi che ci portavano a chiedere il suo aiuto ed i suoi consigli!

La saggezza ,intelligenza, generosità , umiltà, la forza ( non si stancava mai…), la pazienza (non si lamentava mai ), la gentilezza (dava aiuto incondizionato a chi ne aveva bisogno, con tanta delicatezza e amore ), non faceva mai pesare nulla … se serviva spiegava umilmente! Pur sapendo che aveva ragione e che lui era il numero UNO!!

Lui faceva tutto con l’attenzione per gli altri…..mai per se ……… !!! Una volta non si ricordò di andare ad una festa fatta in suo onore, una raffinatissima festa con un mini buffet e regali ecc., (oggi interpreto questa sua dimenticanza come il comportamento di una persona assolutamente non egoista .. Anzi, amava solo dare, aiutare, a costo di sacrificarsi! )

Non dimentico la moglie Anna;  per non prolungarmi troppo con tutti i dettagli, racchiudo il tutto descrivendola come la sosia del marito (non sono dalla parte delle donne) in tutti i sensi, ma devo ammettere che forse lei ha fatto ancora di più. Lei ha solo due mani, ma che mani: una per crescere , curare, educare e dare tanto amore ai figli, l’altra per curare il marito e gestire una famiglia di sei persone, senza fargli mai mancare nulla; a loro come ai bisognosi !! E’ una donna sincera , onesta , mite e con un cuore grande , tanto grande come suo marito, anche lei, pensa poco a se stessa ! Ma agli altri tanto!! E’ una donna che ho sempre ammirato tantissimo; penso spesso che al posto suo non sarei stata in grado di fare nemmeno la metà:  Anna è una super donna.  E’ stata ed è ancora oggi ( pur avendo un po’ di problemi dovuti all’età ) sempre pronta ad ascoltare, aiutare e dare amore a chi ha bisogno! Io mi sento misera in confronto a lei !!!

Ho quasi finito , cerco di sintetizzare al massimo parlando della bontà dei Donelli; altrimenti non basterebbero  10 volumi. Ho parlato finora solo della metà della Famiglia Donelli, e per altra metà intendo  i figli di Angelo ed Anna. Sono simili ai loro genitori,  gentili, generosi, educati, sinceri, amano ed aiutano il prossimo ecc., mi vergogno di dire che sono tutto ora approfittando di loro generosità. Vi ringrazio infinitamente !!

Secondo me dobbiamo fare subito Santo il Dott. Angelo Donelli! Sicuramente sono tantissime le persone d’accordo con me ! I Santi non devono essere fatti tutti secondo un modello specifico e possono avere anche dei diffetti (nessuno è perfetto); Io credo e ammiro tutti coloro che sono stati riconosciuti Santi per il loro lavoro e la loro bontà. Il Santo Angelo Donelli , lo abbiamo vissuto e toccato con le nostri mani…..Si tratta di un Gran Essere Umano, con un Gran Cuore e tanto Amore; tanta Capacità e Sacrificio cercando per tutta la sua vita e con tutta la forza di cambiare e migliorare questo mondo per tutti noi che lui ha Amato!!

Caro Angelo , ti devo e ringrazio infinitamente , perché mi hai insegnato e regalato tanto, il tuo amore e la tua bontà ! Non mi hai mai fatto sentire inferiore e misera ; anzi mi hai sempre stimato e mi riempito di speranze e gioia.

In Cielo, vicino a tutti gli altri Santi…..mi guidi ed ami ancora ! Grazie e Grazie infinitamente !

La tua Bick Yue.

Non restare davanti alla mia tomba a piangere

Io non sono lì, Io non dormo,

Io sono mille venti che soffiano,

Io sono il luccichio di diamante sulla neve,

Io sono la luce del sole sul grano maturo,

Io sono la pioggia dell’autunno.

Quando vi svegliate nel silenzio del mattino,

Io sono il rapido volo verso l’alto degli uccelli che volteggiano,

Io sono le stelle che brillano di notte.

Non restate davanti alla mia tomba a piangere,

Io non sono lì, Io non dormo.”

Marchiondi

Se si cerca “Marchiondi” su google si viene quasi sommersi da un gran numero di articoli, foto, illustrazioni sull’Istituto Marchiondi di via Noale, a Baggio.

La stragrande maggioranza di questi siti o articoli parla dell’opera architettonica di Vittoriano Viganò, dell’evidentissimo degrado che dura ormai da molti anni, oppure dei vari progetti di riqualificazione che si sono succeduti negli anni.

Quasi nessuno, però, parla di com’era e di che cosa era il Marchiondi, alle sue origini. E’ bello vedere come le idee, il genio e l’innovazione si esprimano sotto diverse forme, dall’architettura alle scienze umane.

Anche se quasi mai hanno vita facile,…

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A questo proposito, gli stessi autori riportano “è soprattutto nel rapporto con i medici psichiatrici del Marchiondi, e in particolare col direttore Angelo Donelli, che il piano pedagogico si chiarifica nelle sue due principali fasi, di “adattamento e maturazione” dei ragazzi e del loro”avviamento al lavoro” con il contributo dei laboratori delle scuole medie.”

(da “L’Istituto Marchiondi Spagliardi di Vittoriano Viganò” di Franz Graf e Letizia Tedeschi, pag 119)

 

Ecco un video del dott. Angelo Donelli al marchiondi, negli anni ’60:

Ave Maria per Angelo

Ecco il file audio dell’Ave Maria, cantata durante i funerali da Davide Sarpedonti.

Ave Maria per Angelo

Carissimo Riccardo,
La memoria di papà sara sempre viva nel mio cuore, ma sopratutto nelle mie umili preghiere.
Sono stato felice di vedere la mamma e tutti Voi alla  Santa Messa che abbiamo celebrato per papà.
E’ un ottima idea aprire un blog alla Sua memoria.

La mia memoria di papà è molto profonda perché, come diceva il Beato Card. John Henry Newman “Prima di essere cristiano uno deve essere un gentleman.”
Il modo di essere, lo stile e la filosofia di papà era esattamente cosi perche era un gentleman per eccellenza.

Tutto questo lo trasmetteva in modo molto trasparente, autentico e intelligente a tutti quelli con cui era in contatto; particolarmente gli studenti dell’ ESAE: Nel campo educativo e pedagogico a Milano è stato non solo un maestro, ma pure un pioniere.

Forse i politici dovevano ascoltarLo di più, ma spesso questo è il destino dei profeti.
Intanto egi parla ancora da morto attraverso Voi e i suoi ex studenti, perche il Suo messaggio è tutto per la vita buona, piena di valori umani e spirituali.

Tutto questo per la mamma e per tutti Voi, inclusi i Vostri figli, è una grossa e responsabile eredità.
Egli Vi benedice dal Cielo ed è ancora presente tra Voi.

Saluto tanto la mamma e tutti Voi, con ta speranza di vedervi ancora presto.

Mons. Charles G. Vella.

Educatore professionaleDa Wikipedia, l\’enciclopedia libera.

viaEducatore professionale – Wikipedia.

 

L’educatore professionale opera nei servizi culturali e territoriali, nelle agenzie per le attività del volontariato, in contesti di marginalità sociale, di multiculturalità e/o di multietnia, con obiettivi di promozione e di tutela della persona e della diversità attraverso mirate ed efficaci iniziative per la formazione della personalità, altresì per la prevenzione e/o la riduzione del disagio e dello svantaggio, per la cura della persona in ambiti psichiatrici protetti. Il suo ambito di esercizio professionale è rappresentato da strutture pubbliche e private aventi funzione educativa e di animazione sociale, quali: centri e strutture socioeducative, servizi sociali, case psichiatriche protette e comunità alloggio, centri per anziani, centri per immigrati, comunità per soggetti in condizioni di disagio socio-culturale, sistema penitenziario, ma anche la strada, il quartiere, la città, i musei, le biblioteche, le videoteche, ecc.

 

(definizione del Ministero Istruzione Università Ricerca-MIUR)

Indice

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[modifica] Formazione

Si definiscono “Educatori Professionali” coloro che hanno conseguito la laurea in scienze dell’educazione presso le facoltà di scienze della formazione o il Diploma Universitario di Educatore Professionale previsto dal DM 520/98, ovvero che sono in possesso del diploma di laurea per educatori professionali (Facoltà di Medicina) previsto dal Decreto interministeriale 2 aprile 2001, o titolo ad esso equipollente o equivalente ai sensi della legge 42/99, od ai sensi del DM Sanità 29/03/1984, o da altre normative regionali o provinciali. Le equipollenze con il diploma universitario per educatore professionale sono riportate dal DM Sanità del 27 luglio 2000. In tale decreto non è prevista nessuna equipollenza con la laurea in scienze dell’educazione V.O. ad indirizzo educatore professionale o educatore professionale extra scolastico.

[modifica] Storia dell’Educatore Professionale

L’Educatore come professione sorse negli anni successivi alla seconda guerra mondiale per rispondere ad esigenze tanto concrete quanto pressanti: molti morti, molte famiglie sfasciate, molti ragazzi adolescenti per la strada senza famiglia. Erano i ragazzi che, soprattutto nelle grandi città, necessitavano di protezione, educazione, assistenza.

Il Ministero di Grazia e Giustizia si fece carico di intervenire a favore degli adolescenti – L’ENAOLI (Ente Nazionale Assistenza Orfani Lavoratori Italiani) si incaricò di sopperire alle spese e organizzare i centri “Istituti” di ricovero e di educazione. Mancava però il personale qualificato per l’azione educativa e di assistenza. Il Ministero da parte sua cominciò a organizzare Corsi per la preparazione degli “Assistenti” nei suoi Centri. L’ENAOLI nella persona del suo Presidente, Prof. Giaccone, operò attivamente per raggiungere una qualificazione degli Istituti, ma si trattava di gocce d’acqua nell’oceano del bisogno.

Negli anni ’50, dopo molti contatti e discussioni si giunse alla proposta di formare la professione dell’Educatore. In questa svolta, Milano è stata all’avanguardia soprattutto per il fatto di avere molti minori negli istituti. Tra questi, in particolare il “Marchiondi” per soggetti difficili ed il “Martinitt” per orfani erano tra le istituzioni che sentivano maggiormente il bisogno dell’Educatore.

In un incontro fra il Direttore del Marchiondi, Dr.Angelo Donelli e l’Assessore all’Assistenza del Comune di Milano, Prof.ssa Rosa Giani, si decise di istituire una Scuola per la formazione professionale dell’Educatore, al fine di togliere dall’inadeguatezza educativa non solo il Marchiondi, ma le centinaia di istituzioni che l’ENAOLI aveva riempito di minori.

Sorse così, nel 1960, l’ESAE – Ente Scuola Assistenti Educatori sotto la guida dello stesso Angelo Donelli. Il bisogno a cui la Scuola risponde è quello di integrare l’esperienza sul campo con un contributo teorico, monitorare le dinamiche messe in atto nell’esercizio dell’operato dell’educatore e garantire l’acquisizione di nuovi strumenti e tecniche per affinare la relazione educativa. Alcuni educatori usciti da questa scuola, iniziarono, poi, a lavorare anche negli Istituti per handicappati gestiti dalla Provincia di Milano. La fortunata coincidenza avvenuta per la presidenza del Pof. C.M.Cattabeni (Magnifico Rettore dell’Università Statale di Milano) e soprattutto per l’infaticabile azione della Prof.ssa Rosa Giani, determina il buon inizio e conseguentemente il sorgere di altre Scuole come in Toscana, a Roma, a Torino, a Brescia. Sembrava che la professione di Educatore fosse un fatto compiuto grazie al triennio di Scuola ed al diploma. Molti Enti non ebbero esitazione ad assumerli ed a formare degli organici “per Educatori professionali diplomati”. Nei decenni successivi, inoltre, l’Educatore si trova sempre più nella necessità di operare nel territorio o nelle comunità sostitutive, ampliando il proprio ambito di intervento, non più esclusivamente rivolto alle comunità di ragazzi. Il decreto governativo di chiusura degli Istituti sancisce e rende definitiva tale tendenza.

Nel 1982 il Ministero dell’Interno istituisce la Commissione Nazionale di Studio per gli Educatori, attraverso cui viene dato nuovo rilievo alla loro formazione definendone il profilo. Successivamente viene trasformata la Laurea in Pedagogia in Laurea in Scienze della Formazione, comprendente l’indirizzo per educatore professionale. Sarà il Decreto 520 dell’8.10.98 (“Decreto Bindi”) a riprendere tale profilo professionale affidandogli dei compiti “sanitari” (sancisce la formazione all’interno della Facoltà di Medicina e Chirurgia in collegamento con le altre facoltà a carattere socio-psicologico), senza tuttavia ottenere il riconoscimento del ruolo.

Nell’ambito del trasferimento progressivo delle competenze formative alle Università, la Regione Lombardia che pure aveva fortemente operato per la formazione e poi per la supervisione dell’Educatore, ad un certo momento sospende il finanziamento alle Scuole.

Il Comune di Milano prosegue con fondi propri, ma l’ESAE è costretto alla chiusura. Il Dr. Angelo Donelli, interprete del malessere generale, espresse – in un convegno ESAE del 2001 – la necessità di trasformare l’educatore professionale in un “Operatore educativo per la famiglia”, memore del parere di Aldo Moro che gli aveva detto personalmente, e che poi ripeté alla prima Conferenza Nazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1954: “ La famiglia è il luogo proprio per il sorgere e lo svilupparsi della vita. Troppe volte, per insufficienza economica o impreparazione morale, essa non assolve il suo altissimo compito di educazione. Ma tutte le volte che la famiglia può essere messa in grado di assolvere il suo compito, questa forma deve essere preferita”. Facendo seguito a ciò, è stata recentemente una attività di studio e proposizione della figura dell’Educatore della famiglia.

[modifica] Settori di intervento

Gli educatori professionali operano in svariati servizi socio sanitari, tra i quali:

  • servizi per le persone con problemi di dipendenza
  • servizi per i disabili
  • servizi per i minori
  • servizi per gli anziani
  • servizi per i disagi psichiatrici
  • servizi di integrazione interculturale
  • servizi per i detenuti
  • servizi per persone senza fissa dimora

servizi di prevenzione con adolescenti: educatore di strada progetti di Comunità: aiuto alle Amministrazioni comunali nella gestione delle politiche giovanili’

[modifica] Bibliografia

[modifica] Collegamenti esterni

Caro nonno,

oggi ci riuniremo un’ultima volta per salutarti, a Reggio. A Reggio dove tu hai sempre avuto piacere di vedere la tua grande famiglia riunita nella tua terra.

In questi anni hai insegnato anche a noi nipoti i valori dell’amore e del rispetto. Ricorderemo sempre la gioia che tu avevi negli occhi al solo vederci riuniti; il tuo sorriso era la prima cosa che colamava quella stanza una volta aperta la porta. Persino in questi ultimi giorni, in ospedale, hai dimostrato la forza e l’amore verso tutti noi famigliari.

Era così bello sentirti parlare dei tuoi nipotini, dal primo all’ultimo. Nella grande famiglia che hai creato ce n’è per tutti i gusti ed hai insegnato a tutti noi come la porta di una casa, della tua casa, sia sempre aperta a famigliari, parenti ed amici, a chiunque ne senta il bisogno o abbia voglia di condividere le piccole gioie del focolare. E’ buffo ripensare che a qualunque ora del giorno o della notte ci fosse un pasto caldo per chiunque arrivasse.

Nonno Angelo, penso che noi tutti abbiamo bene impressa la stretta della tua mano forte che da sola esprimeva il grande legame che dimostravi verso di noi.

Una delle immagini più belle che ci hai lasciato è l’abbraccio che hai sempre rivolto alla nonna, tua moglie, ed ai tuoi figli, fiero di tutti loro. Addirittura a volte alzavi le mani in direzione della nonna Anna e, tutto orgoglioso, affermavi, se pur facendo fatica, a gran voce. “questa è mia moglie!” e poi facevi un gran sorriso emozionato.

In altri casi raccontavi felice aneddoti di quando i tuoi figli erano bambini e gli insegnavi cose nuove, di come apprendessero, di come reagissero e di come ti facessero ridere.

Eri molto dolce.

Amavi persino i tuoi cagnolini.

Penso che alla fine la solidità della nostra famiglia esista grazie a te ed al supporto che ci hai dato ogni volta e che questo sia il messaggio più grande che tu ci abbia lasciato.

Di questo, nonno Angelo, ti ringraziamo tanto, perchè, da guida, ci hai donato un insegnamento di vita per condividere queste gioie anche con delle future famiglie.

Dopo questo bel viaggio che è stato la tua vita ti auguriamo di realizzare l’incontro che hai tanto atteso durante tutto il tuo cammino e per il quale ti sei ben preparato.

Per adesso un grande abbraccio da tutti noi. Ti vogliamo bene, nonno.

i tuoi nipotini

Si è spento da pochi giorni il Dott. Angelo Donelli, storica figura di riferimento per tutti gli Educatori e gli operatori del sociale.

Fondatore e Direttore dell’ESAE per molti decenni, introdusse la figura di Educatore Professionale in Italia.

Di seguito riporto volentieri quanto inviatomi da suo figlio Riccardo.

Chi lo ha conosciuto non può non portarne un ricordo vivissimo, grazie alla sua instancabile voglia di progettare soluzioni nuove e creative per migliorare la Società in cui viviamo e dare aiuto alle persone più sofferenti, continuata fino agli ultimi mesi.

Le tante testimonianze ricevute in occasione dei suoi funerali parlano di una forte umanità ed una impostazione assolutamente creativa ed innovativa nella gestione dei problemi e dei drammi più laceranti, volta sempre a valorizzare le risorse disponibili anche nelle situazioni più difficili attraverso una singolare combinazione di assoluta generosità, apertura personale, competenza e ricerca di soluzioni innovative e fuori dagli schemi.

Le stesse testimonianze indicano anche che il ricordo, rimasto impresso grazie al bene ricevuto, deve servire ad animare l’azione di chi rimane ad operare in questo settore, affrontando infinite difficoltà e continue delusioni, mantenendo la voglia di innovare ed innovarsi, con la fiducia di chi crede ancora nell’uomo e nella sua capacità di progettare una realtà migliore.

Viene riportato di seguito un suo breve profilo:

Le tappe della sua vita professionale sono numerose, ma tutte improntate all’aiuto agli ultimi ed ai più bisognosi, che egli ha sempre aiutato in maniera unica e creativa: unendo la grande preparazione scientifica e professionale con una grandissima apertura e vicinanza umana con tutti, arrivando ad accogliere tutti nella propria famiglia, trasformata quasi essa stessa in un veicolo di terapia.

Nato in una famiglia contadina in provincia di Reggio Emilia, fu indirizzato agli studi anche a causa della sua salute cagionevole.

Studia infatti presso il Seminario Vescovile di Marola, all’interno del quale stringe molte amicizie che lo accompagneranno per tutta la sua vita. Si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Parma e successivamente ottiene la specializzazione in Neuropsichiatria.

Inizialmente opera presso l’Ospedale Psichiatrico “San Lazzaro” di Reggio Emilia.

Negli anni ’50 partecipa alla prima “Conferenza Nazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza”, a Roma, ove incontra Aldo Moro, le cui idee ed impostazioni nel campo dell’educazione e del sociale hanno un grande impatto su di lui.

Nel 1956 diviene Direttore del Centro medico-psico pedagogico dell’ENPMF (Ente Nazionale Protezione Morale Del Fanciullo), poi trasferitosi a Milano.

Nel 1957 contribuisce alla fondazione dell’Istituto Marchiondi di Milano (Istituti Riuniti Marchiondi Spagliardi). L’Istituto, il cui fine era «ospitare ed educare adolescenti caratteriali» era caratterizzato da una particolare impostazione terapeutica che si rifletteva in parte anche nell’edificio scelto come sede dell’Istituto.

Questo fu appositamente realizzato a Baggio dall’architetto Vittoriano Viganò, con una particolare impostazione rivolta all’abbattimento delle barriere e alla condivisione degli spazi ed alla loro fruibilità.

A seguito di questa esperienza, però, si rese conto della necessità di creare una nuova professione: l’”educatore professionale”.

L’introduzione dell’Educatore Professionale avviene quindi tramite la fondazione, nel 1960 a Milano (in collaborazione con Rosa Giani, assessore del Comune di Milano e di Caio Mario Cattabeni, rettore dell’Università Statale di Milano) della prima Scuola per Educatori in Italia (E.S.A.E.), e si fonda sulla convinzione della pressante necessità di dare alle figure preesistenti una specifica preparazione scientifico-pedagogica trasversale rispetto sia alle discipline, sia ai singoli settori di intervento.

Dal 1965 al 1975 è Coordinatore delle equipes medico-psico-sociali dell’Amministrazione Provinciale di Milano per l’organizzazione dei Servizi Sociali e delle competenze degli Enti Locali in materia socio-assistenziale.

E’ stato per venti anni CTU della sezione Minori della Corte d’Appello di Milano.

In tutti questi anni ha collaborato con moltissime persone ed istituzioni sia occupandosi dello sviluppo di progetti complessi e di ampio respiro, sia prendendosi a cuore i singoli casi, che trattava –sempre gratuitamente- con competenza ed amore.

In anni più recenti, ha sviluppato la concezione dell’Educatore nella Società, arrivando ad identificare la necessità di dedicarsi in maniera focalizzata alla Famiglia, operando non più in maniera sostitutiva della famiglia stessa, ma al fine di valorizzarne le risorse, suscitandone un possibile rinforzo, attraverso una azione tipicamente educativa.

Nel 2003 ha ricevuto l’ “Ambrogino d’Oro” dal Comune di Milano, come riconoscimento per la sua opera nel campo del sociale e la creazione dell’Educatore Professionale.

Recentemente ha scritto e curato il libroFamiglia-Educazione”, che racchiude molti dei principi che ne hanno caratterizzato l’opera e, in particolare, il suo interesse per la Famiglia.

Link:

Blog dedicato ad Angelo Donelli: https://angelodonelli.wordpress.com/

Profilo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Donelli

Libro Famiglia-Educazione: http://www.lulu.com/product/paperback/famiglia-educazione/4118189

viaAngelo Donelli.

Il libro “Famiglia Educazione” si rivolge a tutti coloro che hanno a cuore i temi dell’educazione e che concepiscono la famiglia come il luogo privilegiato in cui l’educazione si deve svolgere. Esso nasce come risposta alla forte necessità delle famiglie di oggi di non essere lasciate sole ad affrontare le difficoltà che la vita inesorabilmente propone, specialmente quando si verificano situazioni di disagio che colpiscono qualcuno dei suoi membri. Il libro è un viaggio nelle varie dimensioni della famiglia di oggi ed esplora le possibilità e modalità esistenti per fare “educazione” nella famiglia e per la famiglia, arrivando anche a tratteggiare un possibile “Educatore della famiglia”. “Famiglia Educazione” contiene un caleidoscopio di esperienze concrete e di ragionamenti seri ed innovativi sui temi dell’Educazione e della Famiglia.

via Famiglia Educazione di ANGELO DONELLI

Famiglia Educazione

Di ANGELO DONELLI

A copertina morbida, 252 pagine  (4 valutazioni)

Prezzo €14.95

Viene spedito in 3–5 giorni lavorativi

Istituto MarchiondiDa Wikipedia, l\’enciclopedia libera.

viaIstituto Marchiondi – Wikipedia.

Ecco il collegamento al profilo Wikipedia di Angelo Donelli, in cui reperire informazioni biografiche ed anche link ad altri argomenti nel campo dell’Educazione e del Sociale: Angelo Donelli – Wikipedia.

è molto difficile per me scrivere questi pensieri su di te.

Non perché io non sappia cosa scrivere. Al contrario, mi accorgo di avere pensato diverse volte a questo momento, sperando che arrivasse il più tardi possibile.

E, in questi giorni che fiume di pensieri, di emozioni e di riflessioni profonde, tutte su di te e con te!

E’ difficile, dicevo, perché la Grandezza della tua Persona è tale da non poter essere rinchiusa in uno schema per renderla comunicabile e comprensibile agli altri. Proprio come lo schema che denunciavi due notti fa quando in ospedale mi dicevi con un filo di voce: “Sono io che decido di andare a casa, non i medici …”

Questa Grandezza è stata il mio tutto … fin da bambino.

All’inizio io ero piccolo … e tu Grande! Così Grande che ti sentivo lontano, difficile da capire. Questo però non impediva l’esperienza più vera. Non mi impediva affatto di capire la tua (e di conseguenza nostra) unicità.

Come quei giorni passati al Sabain con i miei fratelli a montare le tubature per l’acqua della fonte giù per tutta la montagna.

O quelli passati a sistemare la casa di Toirano che tanto ti assomiglia.

O come le tante notti passate a montare e smontare elettrodomestici e lampadari presi nelle varie discariche.

Già da allora si capiva benissimo la tua unicità e la tua genialità. Il tuo andare dritto al cuore delle questioni e la tua ostilità verso ogni tipo di schema.

Ma è stato solo più tardi che mi hai dischiuso la tua Grandezza.

Ricordo benissimo che quando ti facevi aiutare da me a scrivere qualche perizia o mi spiegavi qualcosa del tuo lavoro mi batteva forte il cuore nel petto. Ancora oggi, anche adesso mentre scrivo, è così.

E ricordo anche tutte le persone che hai aiutato. Alcune delle persone più umili, sofferenti … spesso persone sbagliate … tu le facevi entrare nella tua vita e nella nostra famiglia con la naturalezza di un Grande Padre e le aiutavi. Molte di quelle persone sono qui oggi … e non ti potranno mai dimenticare!

Ma assieme alla loro vita tu cambiavi anche la mia. Già allora ricordavo quando ti venivo a trovare al Marchiondi o all’Esae … e capivo che stavi seminando nel campo nel mondo.

E’ stato allora che la mia vita è cambiata; decidendo di seguire almeno un po’ te, mio Grande Padre.

Ma ora, papà, ti chiedo scusa. Scusa se sono stato solo capace di abbozzare una vita degna di te. Ho messo i preziosi semi che tu mi hai sempre dato accanto a molte altre erbe ed erbacce.

Ed è così che siamo arrivati qua. Tu sempre avanti. E io sempre un passo indietro.

Come in questi ultimi anni. Come con il libro ed il progetto sulla Famiglia. Quando ho cercato di fare qualcosa di concreto insieme a te ed alle persone meravigliose che venivano attratte dalla tua luce…

E sono riuscito solo ad iniziare dei cammini, senza concluderne davvero nessuno.

Scusa, papà, non ne sono stato capace.

Ma tu, Signore, e voi Santi a cui mi sono rivolto incessantemente, non avete voluto ascoltare la mia Supplica! Non hai voluto lasciare che io rivoluzionassi davvero la mia vita per riparare al mio fallimento, che la malattia aveva reso evidente.

Ieri mi veniva in mente, papà, quando mi raccontavi piangendo di Papa Paolo VI che quasi si arrabbiò e rimproverò il Signore per non avere voluto ascoltare le sue Suppliche, quando fu ucciso Aldo Moro.

Questi erano e sono i miei sentimenti. Ho interrogato nella preghiera anche S. Rita che ha voluto accompagnarti nel giorno della sua festa…

Avrei provato davvero, stavolta! Avevo anche pensato come!

Mi sarebbe bastato saperti lì, avere da te un cenno, uno sguardo, uno di quegli sguardi che smuovono le montagne da quanto sono forti, anche (anzi forse soprattutto) se fatti da una persona vecchia e sofferente.

Ma, purtroppo, Signore, il tuo Disegno era diverso.

Come Abramo al Ricco Epulone che gli chiedeva tempo per tornare dai suoi fratelli ed avvisarli, disse “Hanno Mosè ed i Profeti, ascoltino loro”; così tu Signore hai detto “hai avuto tutti questi anni e questo Grande Padre: ascolta lui”

Io oggi mi chiedo perché e chiedo al Signore “come farò ora a fare tutte queste cose? Come posso farle senza la mia luce profonda?”

Il Signore ci ha insegnato che “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”

E tu, papà, sei davvero un chicco di grano grande, forte e bellissimo. Tanto frutto hai portato e, sono certo, ancora di più, molto di più ne porterai.

Il mondo, papà mio, sente la tua mancanza.

Ma il mondo, ti assicuro, è migliore adesso. E’ migliore perché ci sei stato e ci sei tu.

Io non voglio esagerare. Non voglio scadere nella retorica. Però vi assicuro che mentre parlo sono sincero.

Io non so, non ho ancora capito bene chi sia un Santo.

Se un Santo è una persona senza difetti … beh, allora non ci siamo proprio!

Se però un Santo è una persona che umilmente vuole cambiare il mondo e che ne ha la forza, la tenacia indistruttibile …. Se un Santo è una persona che, senza fare proclami o scadere in formalità, incarna l’amore di Gesù Cristo nella vita di tutti i giorni, lasciandosene penetrare, senza frapporre alcuna barriera, … allora posso dire di avere conosciuto davvero poche persone che meritano di chiamarsi Santo più di te, papà!

Potete dire che il mio giudizio di figlio non è limpido e imparziale, ma a me pare che questa sia una vita degna di essere vissuta!

Una vita che ha trovato tutto il suo senso nel donarsi agli altri, nell’aiutare. Non per soldi, neanche solo per professione, ma solo perché questo era l’unico modo possibile, quello che sgorgava dal fondo dell’essere.

Potete dire che non sono imparziale, ma a me pare che in questa vita così semplice ed umile non ci sia niente di meno rispetto alle vite che vediamo celebrate, conosciute, rispettate, portate ad esempio e proiettate sul palcoscenico del mondo.

Ho sempre sentito, da subito, una similitudine nello spirito di fondo, fra te – papà – e Giovanni Paolo II.

Ovviamente dobbiamo fare tutte le proporzioni e gli esercizi di umiltà del Caso … ma forse oggi siete qui insieme a noi, a dirci che se vi cercheremo nel nostro cuore e nelle nostre preghiere, continuerete ad aiutarci ed a fare risplendere la fiammella dei nostri cuori.

Ed è con le preghiere che vorrei chiudere questo saluto:

Ho pregato tanto per te, papà. E continuo a farlo.

Ho pregato tanto perché i miei figli e tutti i tuoi nipoti ti conoscessero in senso pieno, vero, profondo. Non era facile, soprattutto quando gli anni avanzavano e gli aspetti esteriori creavano una barriera sempre più difficile da superare.

Ma per me questo non era un ostacolo.

Bastava un lampo dei tuoi occhi per darmi molta più energia di quanto io abbia mai avuto.

Proprio come due giorni fa quando comunicavi tutto l’essenziale pur essendo ormai senza voce e senza forze.

Qualche tempo fa ho scritto una lettera ai miei figli (che leggeranno da grandi) in cui dicevo anche che se io e la loro mamma fossimo un decimo di quello siete tu e la mamma loro sarebbero fortunatissimi.

Prego ora perché questi semi crescano in loro e diventino delle piante rigogliose nella loro vita e portino ancora più frutti … ma intanto che spunti qualche piccolo germoglio come l’altro giorno, quando mi hanno chiesto se quell’edificio era il posto dove il nonno aiutava le persone …

Ho pregato e prego per la mamma, perché custodisca ancora questo splendido tesoro che avete creato insieme, che si chiama famiglia e che lei porta scolpito nel cuore. Lo sappiamo tutti che non avresti mai potuto essere così grande senza di lei.

Ho pregato e prego per tutte le persone che hai aiutato e per quelle che hai aiutato ad aiutare.

Prego anche per tutte quelle persone meravigliose che sono state attratte dalla tua calamita e che sono entrate nel circolo dell’aiutare ed essere aiutati, come Edda e Mariarosa.

La tua umiltà, semplicità, la tua forza inesauribile sono sempre state la fonte della nostra energia.

Sentire in queste ore le parole delle persone che ti hanno conosciuto mi ha convinto ancora di più di quanto tu fossi unico e grande.

Nessun altro è mai stato così per noi.

Ho pregato e prego molto per il tuo ed i nostri progetti. Perché non siano affidati alla mie scarse capacità ma alla tua visione, intuizione e forza. E soprattutto perché, come tu hai insegnato, siano progetti di vita piena, e non solo attività professionali.

Prego moltissimo per noi fratelli, perché sappiamo davvero trasportare queste cose nelle nostre vite e nelle nostre famiglie, trasformandole completamente. Perché siamo capaci davvero di cambiare.

Come ci hai mostrato con la tenerezza infinita degli ultimi giorni, quando un po’ ci sgridavi ed un po’ ci accarezzavi dolcemente, tenendoci la mano.

E prego anche per me, perché ti ho imitato e non ne sono stato capace; volevo essere una spugna ed assorbire tutto da te, ma l’ho fatto con tutti i miei limiti. Nelle difficoltà, nei momenti di disperazione ti cercavo .. non ne abbiamo forse mai parlato … ma a me bastava una singola parola… ed il mondo tornava a girare per il verso giusto…

Come faccio adesso?

Ora ti prometto che farò di tutto per passare il resto della mia vita per far germogliare la tua vita; ciò che tu mi hai piantato nella mia anima

Ma tu aiutami! Stammi vicino, se no mi perdo!

Tu hai sempre detto che le Cose Grandi iniziano con dei piccoli passi. Qualcuno in questi giorni ha anche detto di te “nel niente era tutto

Aiutami davvero a comprendere il significato di queste parole ed a metterle in atto!

E tu, Maria, tu Signore Gesù e voi Santi tutti, accogliete con voi questo Grande Angelo!

                                                                          Riccardo

 e’ difficile comunicare quanto Dio, gratuitamente, ha voluto regalarmi attraverso mio Padre, perchè è riservato all’essenza più intima della mia persona.

Però alcuni semplici spunti meritano di essere comunicati, sfidando la grande emozione di adesso, mai provata, anche in chi, per i capelli bianchi e per professione, è abituato a controllarla freddamente:

  1. l’entusiasmo per tutte le cose della vita, la premessa per tutto e l’immensa voglia di vivere, sempre, in ogni condizione, acnhe quando, per esempio nella notte di sofferenza di venerdì passata con lui, mi accarezzava le mani implorandomi di non lasciarlo morire e progettando il futuro, a 88 anni e con il corpo consumato;
  2. l’umiltà. Mi piace ricordarlo non nei suo numerosi successi professionali e riconoscimenti pubblici, ma quando preferiva circondarsi delle persone vere, magari quelle meno fortunate, ed ancora mi piace ricordarlo quando andavamo per rottamai (perchè amava il recupero delle persone e delle cose) dicendo che bisognava sviluppare l’intelligenza con le opere manuali;
  3. l’intelligenza raffinata, forte dei valori veri, inscalfibili da nulla, al di là di ogni schema o convenzione;
  4. ma la cosa più grande è che attraverso il suo discreto e continuo amore per me ho potuto riconoscere l’amore che Dio ha avuto ed ha per me. E che rimarrà Angelo Custode per tutti quelli che l’hanno conosciuto.

nonno…

ciao nonno, già mi manchi tantissimo, e provo una strana sensazione, la sensazione di non aver goduto di ogni attimo passato accanto a te…  io però sono certo di una cosa; la morte non è nulla in confronto ai sentimenti, in confronto al bene che ti voglio, e so che tu mi  stai tenendo la mano, e lo farai per sempre, nonno. mi manchi tanto.

Di: Amedeo Donelli

25 maggio alle ore 20.51 · Mi piace · · Condividi · Rimuovi tag

via Riccardo Donelli (8).

Profilo Reggio Emilia

Si è spento in questa settimana il Dott. Angelo Donelli, noto psichiatra e figura di rilievo nel campo del Sociale per Reggio e per l’Italia da molti decenni.

Nato a Castelnovo di Sotto 88 anni fa, è vissuto per moltissimi anni a Cadè e da qui ha svolto un ruolo di primo piano nell’educazione e nell’assistenza ai più bisognosi. Trasferitosi poi a Milano, ha portato la sua opera a livello nazionale inventando e sviluppando fin dagli anni ’60 la figura dell’Educatore Professionale, senza mai dimenticare la sua terra d’origine nella quale ha sempre mantenuto numerose attività ed alla quale tornava ogni volta che voleva sentirsi veramente a casa.

Le tappe della sua vita professionale sono numerose, ma tutte improntate all’aiuto agli ultimi ed ai più bisognosi, che egli ha sempre aiutato in maniera unica e creativa: unendo la grande preparazione scientifica e professionale con una grandissima apertura e vicinanza umana con tutti, arrivando ad accogliere tutti nella propria famiglia, trasformata quasi essa stessa in un veicolo di terapia:

Nato in una famiglia contadina di Cadè, fu indirizzato agli studi anche a causa della sua salute cagionevole.

Studia infatti presso il Seminario Vescovile di Marola, all’interno del quale stringe molte amicizie che lo accompagneranno per tutta la sua vita. Si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Parma e successivamente ottiene la specializzazione in Neuropsichiatria.

Inizialmente opera presso l’Ospedale Psichiatrico “San Lazzaro” di Reggio Emilia.

Nel medesimo periodo, l’allora Vescovo di Reggio, don Beniamino Socche, conoscendone l’onestà e la capacità nella gestione di compiti difficili e delicati, lo chiama per fornire supporto ai seminaristi in difficoltà.

Nel 1954 prende l’iniziativa di trasformare il Centro per “handicappati” “Sante De Sanctis” in un centro aperto. Nello stesso anno partecipa all prima “Conferenza Nazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza”, a Roma, ove incontra Aldo Moro, le cui idee ed impostazioni nel campo dell’educazione e del sociale hanno un grande impatto su Donelli.

Nel 1956 diviene Direttore del Centro medico-psico pedagogico dell’ENPMF (Ente Nazionale Protezione Morale Del Fanciullo), poi trasferitosi a Milano.

Nel 1957 contribuisce alla fondazione dell’Istituto Marchiondi di Milano (Istituti Riuniti Marchiondi Spagliardi). L’Istituto, il cui fine era «ospitare ed educare adolescenti caratteriali». L’impostazione terapeutica si rifletteva in parte nell’edificio scelto come sede dell’Istituto, a Baggio, appena realizzato dall’architetto Vittoriano Viganò, esempio di architettura “brutalista”, rivolta all’abbattimento delle barriere e alla condivisione degli spazi ed alla loro fruibilità.

A seguito di questa esperienza, però, Donelli si rese conto della necessità di creare una nuova professione: l'”educatore professionale”. L’introduzione dell’Educatore Professionale avviene quindi tramite la fondazione, nel 1960 a Milano (in collaborazione con Rosa Giani, assessore del Comune di Milano e di Caio Mario Cattabeni, rettore dell’Università Statale di Milano) della prima Scuola per Educatori in Italia (E.S.A.E.), e si fonda sulla convinzione della pressante necessità di dare alle figure preesistenti una specifica preparazione scientifico-pedagogica trasversale rispetto sia alle discipline, sia ai singoli settori di intervento.

Dal 1965 al 1975 è Coordinatore delle equipes medico-psico-sociali dell’Amministrazione Provinciale di Milano per l’organizzazione dei Servizi Sociali e delle competenze degli Enti Locali in materia socio-assistenziale.

In tutti questi anni ha collaborato con diverse istituzioni del reggiano ed aiutato moltissime persone di Reggio. In particolare ha collaborato con il massimo impegno e per moltissimi anni con la Casa della Carità di Villa Cella, assieme a Don Dante Ronzoni, di cui era amico fraterno, sempre sia occupandosi dello sviluppo di progetti complessi e di ampio respiro, sia prendendosi a cuore i singoli casi, che trattava –sempre gratuitamente- con competenza ed amore.

In anni più recenti, ha sviluppato la concezione dell’Educatore nella Società, arrivando ad identificare la necessità dell’istituzione dell’ “Educatore della famiglia”, che operi non più in maniera sostitutiva della famiglia stessa, ma sia capace di valorizzarne le risorse, suscitandone un possibile rinforzo, attraverso una azione tipicamente educativa.

Per venti anni CTU della Corte d’Appello di Milano – sezione Minori, nel 2003 ha ricevuto l’ “Ambrogino d’Oro” dal Comune di Milano, come riconoscimento per la sua opera nel campo del sociale e la creazione dell’Educatore Professionale.

Recentemente ha scritto e curato il libro “Famiglia-Educazione”, che racchiude molti dei principi che ne hanno caratterizzato l’opera ed anche una incessante volontà di progettare soluzioni nuove e creative per migliorare la Società in cui viviamo e dare aiuto alle persone più sofferenti.

Le numerose commosse testimonianze raccolte in occasione delle esequie confermano una forte umanità ed una impostazione assolutamente creativa ed innovativa nella gestione dei problemi e dei drammi più laceranti, volta sempre a valorizzare le risorse disponibili anche nelle situazioni più difficili attraverso una singolare combinazione di assoluta generosità, apertura personale, competenza e metodo “scientifico” e ricerca di soluzioni innovative e fuori dagli schemi.

Tutte le testimonianze ricevute confermano anche che chi ha avuto occasione di conoscerlo personalmente ne porta sempre un vivissimo ricordo, rimasto impresso grazie al bene ricevuto.

 

Caro amico, che ora piango
Senza averti più’ rivisto
Come quando il fuoco spengo
E mi sento un po’ più’ triste

Forte di spessore umano
E di fine intelligenza
Ora tieni la tua mano
Sulla tua cara semenza

A cui manchi e mancherai
Per quegli anni che verranno
Fin che li ritroverai
Al cospetto del tuo scranno

Tutti insieme a te nel cielo
Lor nipoti figli e nuore
Della morte togli il velo
Se si crede non si muore

E’ soltanto un’ apparenza
Ma non conta quel che vedi
Perche’ altra e’ la sostanza
Cio’ che vale e’ quel che credi.

Tieni viva la speranza.

Un abbraccio fortissimo per il mio amico Silvio, nel giorno del suo compleanno più’ triste. Angelo vive ancora nel ricordo di noi tutti che lo abbiamo amato. Onore e gloria  ad uno dei pochi hombres vertical che io ho avuto il privilegio di conoscere.

Ezio

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Erano passate le 23 di una sera d’estate. Ero stato ad un incontro con alcuni ragazzi della comunità della Rotta.

Tornato mi dicono “ti ha chiamato un certo dott. Donelli ha detto di chiamarlo a qualsiasi ora tu rientri”

Penso “sarà successo qualcosa”.

Chiamo. “Fontanella (così mi chiamava) devi stampare il tuo libro”.

Così è nato il viaggio di Bila.

Sei fatto così professore… quando ti viene un idea che fa del bene che è una buona cosa tu parti in quarta con figli e amici preziosi  finché non la realizzi.

Hai fondato la scuola per Educatori Professionali e gli hai messo dentro saggezza, passione cuore e competenza.

Ci raccontavi sempre del tuo incontro con Moro che ha dato il là a questa creazione.

A scuola ti stimavamo e ti rispettavamo tutti per la tua umanità,… che qualche volta pisolava via e io tossivo per svegliarti.

Da persona di città e personalità di Milano hai un’anima da bassa pianura padana e un animo semplice. Per questo abbiamo mantenuto un rapporto di stima  e con qualche mia mancanza di collaborazione.

A 80 anni e passa mi hai chiamato per aprire una nuova scuola di Educatore della Famiglia… e non con poche difficoltà e la crisi della famiglia e dell’educatore….

… sei riuscito anche in questo intento!

Ti interessavi della Costa d’Avorio e ti sei arrabbiato perché la stampa non si interessava

Tu hai aiutato concretamente.

Nell’ultimo tempo anche per la mia difficoltà a venire a Milano in macchina  e a viaggiare in generale non ti ero più venuto a trovare ma ti portavo nel cuore come uno dei miei saggi protettori ed esempi che mi danno coraggio.

Questo resta insieme alla gratitudine alla mia vita che senza alcun mio merito si è incontrata con la  ricchezza della tua umanità.

Grazie professore già manchi, anche se rimani presente in modo diverso.

Ti saluta con gratitudine mia moglie dall’Africa.

Fontanella