è molto difficile per me scrivere questi pensieri su di te.
Non perché io non sappia cosa scrivere. Al contrario, mi accorgo di avere pensato diverse volte a questo momento, sperando che arrivasse il più tardi possibile.
E, in questi giorni che fiume di pensieri, di emozioni e di riflessioni profonde, tutte su di te e con te!
E’ difficile, dicevo, perché la Grandezza della tua Persona è tale da non poter essere rinchiusa in uno schema per renderla comunicabile e comprensibile agli altri. Proprio come lo schema che denunciavi due notti fa quando in ospedale mi dicevi con un filo di voce: “Sono io che decido di andare a casa, non i medici …”
Questa Grandezza è stata il mio tutto … fin da bambino.
All’inizio io ero piccolo … e tu Grande! Così Grande che ti sentivo lontano, difficile da capire. Questo però non impediva l’esperienza più vera. Non mi impediva affatto di capire la tua (e di conseguenza nostra) unicità.
Come quei giorni passati al Sabain con i miei fratelli a montare le tubature per l’acqua della fonte giù per tutta la montagna.
O quelli passati a sistemare la casa di Toirano che tanto ti assomiglia.
O come le tante notti passate a montare e smontare elettrodomestici e lampadari presi nelle varie discariche.
Già da allora si capiva benissimo la tua unicità e la tua genialità. Il tuo andare dritto al cuore delle questioni e la tua ostilità verso ogni tipo di schema.
Ma è stato solo più tardi che mi hai dischiuso la tua Grandezza.
Ricordo benissimo che quando ti facevi aiutare da me a scrivere qualche perizia o mi spiegavi qualcosa del tuo lavoro mi batteva forte il cuore nel petto. Ancora oggi, anche adesso mentre scrivo, è così.
E ricordo anche tutte le persone che hai aiutato. Alcune delle persone più umili, sofferenti … spesso persone sbagliate … tu le facevi entrare nella tua vita e nella nostra famiglia con la naturalezza di un Grande Padre e le aiutavi. Molte di quelle persone sono qui oggi … e non ti potranno mai dimenticare!
Ma assieme alla loro vita tu cambiavi anche la mia. Già allora ricordavo quando ti venivo a trovare al Marchiondi o all’Esae … e capivo che stavi seminando nel campo nel mondo.
E’ stato allora che la mia vita è cambiata; decidendo di seguire almeno un po’ te, mio Grande Padre.
Ma ora, papà, ti chiedo scusa. Scusa se sono stato solo capace di abbozzare una vita degna di te. Ho messo i preziosi semi che tu mi hai sempre dato accanto a molte altre erbe ed erbacce.
Ed è così che siamo arrivati qua. Tu sempre avanti. E io sempre un passo indietro.
Come in questi ultimi anni. Come con il libro ed il progetto sulla Famiglia. Quando ho cercato di fare qualcosa di concreto insieme a te ed alle persone meravigliose che venivano attratte dalla tua luce…
E sono riuscito solo ad iniziare dei cammini, senza concluderne davvero nessuno.
Scusa, papà, non ne sono stato capace.
Ma tu, Signore, e voi Santi a cui mi sono rivolto incessantemente, non avete voluto ascoltare la mia Supplica! Non hai voluto lasciare che io rivoluzionassi davvero la mia vita per riparare al mio fallimento, che la malattia aveva reso evidente.
Ieri mi veniva in mente, papà, quando mi raccontavi piangendo di Papa Paolo VI che quasi si arrabbiò e rimproverò il Signore per non avere voluto ascoltare le sue Suppliche, quando fu ucciso Aldo Moro.
Questi erano e sono i miei sentimenti. Ho interrogato nella preghiera anche S. Rita che ha voluto accompagnarti nel giorno della sua festa…
Avrei provato davvero, stavolta! Avevo anche pensato come!
Mi sarebbe bastato saperti lì, avere da te un cenno, uno sguardo, uno di quegli sguardi che smuovono le montagne da quanto sono forti, anche (anzi forse soprattutto) se fatti da una persona vecchia e sofferente.
Ma, purtroppo, Signore, il tuo Disegno era diverso.
Come Abramo al Ricco Epulone che gli chiedeva tempo per tornare dai suoi fratelli ed avvisarli, disse “Hanno Mosè ed i Profeti, ascoltino loro”; così tu Signore hai detto “hai avuto tutti questi anni e questo Grande Padre: ascolta lui”
Io oggi mi chiedo perché e chiedo al Signore “come farò ora a fare tutte queste cose? Come posso farle senza la mia luce profonda?”
Il Signore ci ha insegnato che “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”
E tu, papà, sei davvero un chicco di grano grande, forte e bellissimo. Tanto frutto hai portato e, sono certo, ancora di più, molto di più ne porterai.
Il mondo, papà mio, sente la tua mancanza.
Ma il mondo, ti assicuro, è migliore adesso. E’ migliore perché ci sei stato e ci sei tu.
Io non voglio esagerare. Non voglio scadere nella retorica. Però vi assicuro che mentre parlo sono sincero.
Io non so, non ho ancora capito bene chi sia un Santo.
Se un Santo è una persona senza difetti … beh, allora non ci siamo proprio!
Se però un Santo è una persona che umilmente vuole cambiare il mondo e che ne ha la forza, la tenacia indistruttibile …. Se un Santo è una persona che, senza fare proclami o scadere in formalità, incarna l’amore di Gesù Cristo nella vita di tutti i giorni, lasciandosene penetrare, senza frapporre alcuna barriera, … allora posso dire di avere conosciuto davvero poche persone che meritano di chiamarsi Santo più di te, papà!
Potete dire che il mio giudizio di figlio non è limpido e imparziale, ma a me pare che questa sia una vita degna di essere vissuta!
Una vita che ha trovato tutto il suo senso nel donarsi agli altri, nell’aiutare. Non per soldi, neanche solo per professione, ma solo perché questo era l’unico modo possibile, quello che sgorgava dal fondo dell’essere.
Potete dire che non sono imparziale, ma a me pare che in questa vita così semplice ed umile non ci sia niente di meno rispetto alle vite che vediamo celebrate, conosciute, rispettate, portate ad esempio e proiettate sul palcoscenico del mondo.
Ho sempre sentito, da subito, una similitudine nello spirito di fondo, fra te – papà – e Giovanni Paolo II.
Ovviamente dobbiamo fare tutte le proporzioni e gli esercizi di umiltà del Caso … ma forse oggi siete qui insieme a noi, a dirci che se vi cercheremo nel nostro cuore e nelle nostre preghiere, continuerete ad aiutarci ed a fare risplendere la fiammella dei nostri cuori.
Ed è con le preghiere che vorrei chiudere questo saluto:
Ho pregato tanto per te, papà. E continuo a farlo.
Ho pregato tanto perché i miei figli e tutti i tuoi nipoti ti conoscessero in senso pieno, vero, profondo. Non era facile, soprattutto quando gli anni avanzavano e gli aspetti esteriori creavano una barriera sempre più difficile da superare.
Ma per me questo non era un ostacolo.
Bastava un lampo dei tuoi occhi per darmi molta più energia di quanto io abbia mai avuto.
Proprio come due giorni fa quando comunicavi tutto l’essenziale pur essendo ormai senza voce e senza forze.
Qualche tempo fa ho scritto una lettera ai miei figli (che leggeranno da grandi) in cui dicevo anche che se io e la loro mamma fossimo un decimo di quello siete tu e la mamma loro sarebbero fortunatissimi.
Prego ora perché questi semi crescano in loro e diventino delle piante rigogliose nella loro vita e portino ancora più frutti … ma intanto che spunti qualche piccolo germoglio come l’altro giorno, quando mi hanno chiesto se quell’edificio era il posto dove il nonno aiutava le persone …
Ho pregato e prego per la mamma, perché custodisca ancora questo splendido tesoro che avete creato insieme, che si chiama famiglia e che lei porta scolpito nel cuore. Lo sappiamo tutti che non avresti mai potuto essere così grande senza di lei.
Ho pregato e prego per tutte le persone che hai aiutato e per quelle che hai aiutato ad aiutare.
Prego anche per tutte quelle persone meravigliose che sono state attratte dalla tua calamita e che sono entrate nel circolo dell’aiutare ed essere aiutati, come Edda e Mariarosa.
La tua umiltà, semplicità, la tua forza inesauribile sono sempre state la fonte della nostra energia.
Sentire in queste ore le parole delle persone che ti hanno conosciuto mi ha convinto ancora di più di quanto tu fossi unico e grande.
Nessun altro è mai stato così per noi.
Ho pregato e prego molto per il tuo ed i nostri progetti. Perché non siano affidati alla mie scarse capacità ma alla tua visione, intuizione e forza. E soprattutto perché, come tu hai insegnato, siano progetti di vita piena, e non solo attività professionali.
Prego moltissimo per noi fratelli, perché sappiamo davvero trasportare queste cose nelle nostre vite e nelle nostre famiglie, trasformandole completamente. Perché siamo capaci davvero di cambiare.
Come ci hai mostrato con la tenerezza infinita degli ultimi giorni, quando un po’ ci sgridavi ed un po’ ci accarezzavi dolcemente, tenendoci la mano.
E prego anche per me, perché ti ho imitato e non ne sono stato capace; volevo essere una spugna ed assorbire tutto da te, ma l’ho fatto con tutti i miei limiti. Nelle difficoltà, nei momenti di disperazione ti cercavo .. non ne abbiamo forse mai parlato … ma a me bastava una singola parola… ed il mondo tornava a girare per il verso giusto…
Come faccio adesso?
Ora ti prometto che farò di tutto per passare il resto della mia vita per far germogliare la tua vita; ciò che tu mi hai piantato nella mia anima
Ma tu aiutami! Stammi vicino, se no mi perdo!
Tu hai sempre detto che le Cose Grandi iniziano con dei piccoli passi. Qualcuno in questi giorni ha anche detto di te “nel niente era tutto”
Aiutami davvero a comprendere il significato di queste parole ed a metterle in atto!
E tu, Maria, tu Signore Gesù e voi Santi tutti, accogliete con voi questo Grande Angelo!
Riccardo